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In questi brevi articoli vorrei introdurre alcuni concetti cardine relativi alle tematiche dell’apprendimento, delle inferenze,  delle logiche fuzzy e delle reti neurali, tutti elementi e aspetti importantissimi nella modellizzazione del funzionamento del nostro cervello, della nostra mente, dei nostri pensieri, di conseguenza di noi stessi. Sappiamo ormai da quasi 150 anni che esistono in noi e in tutti gli esseri viventi multi cellulari dei substrati biologici che attraverso collegamenti elettro chimici di complessità estremamente elevata sono in grado di dare vita alla nostra attività cerebrale, di farla evolvere, di caratterizzarla e di caratterizzarci, attraverso il meccanismi dell’apprendimento, siano essi espliciti, che impliciti.  

Non si tratta di astrusi concetti ascrivibili al solo ambito psicologico, perché a questi principi si ispirano le tecnologie oggi in gran voga, come l’intelligenza artificiale (AI), che sono in grado di stupirci con applicazioni sempre più sofisticate, sempre più simili in tanti aspetti ad alcune peculiarità tipicamente umane; oggi certamente questi software non hanno coscienza di se, non sanno cosa stanno facendo, imitano attraverso l’apprendimento, diretto o mediato, ciò che hanno visto o sentito, ma questo non toglie la possibilità che un giorno possano acquisire una propria coscienza, non necessariamente costruita e definita ad imitazione di quella umana. E’ una prospettica certamente inquietante, che secondo me non è poi così lontana o fantascientifica.

Credo che proprio in vista di queste evoluzioni, sempre più rapide e complesse, sia necessario quanto prima ricucire storiche scissure tra le diverse scienze siano esse umanistiche, filosofiche, fisiche e le tecnologie, al fine di evitare, o almeno di contenere, derive tecnologiche sempre più difficilmente controllabili.

Questi aspetti sono sempre più evidenti negli automi e nei robot: fino a qualche anno fa queste macchine si programmavano passo-passo per imitare, attraverso movimenti anche sofisticati e complessi, i gesti degli uomini; sono macchine che hanno avuto una diffusione capillare: le applicazioni dei robot all’interno della filiera produttiva di qualsiasi bene di consumo sono aspetti ormai noti a tutti, è il campo dell’automazione industriale. Oggi, oltre a riprodurre i movimenti, le macchine sono in grado di produrre autonomamente sequenze operative, anche ad elevato livello di complessità, si tratta della capacità dei robot di creare ed evolvere dei veri e propri schemi motori, articolati e sequenzializzati sulla base della configurazione fisica dei robot e dei compiti richiesti. Il sistema nervoso di queste macchine si è evoluto, non certo autonomamente, dalla semplice afferenza ed efferenza, alla capacità di articolare movimenti nello spazio.

Ma cominciamo dal basso, nel prossimo articolo vorrei cominciare a parlarvi di fuzzy logic e inferenze.

Complessiva-mente: sempre più logici

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